Se si facesse un sondaggio dal titolo “Qual è la prima parola che ti viene in mente pensando a una Villa Veneta”, le risposte ruoterebbero attorno a “Venezia”, “nobiltà”, “Serenissima”, “Villeggiatura”. Tutti vocaboli calzanti, ovviamente, a cui però vorremmo aggiungerne ancora uno: “moda”, o fashion – attingendo all’eleganza britannica.
Per gli aristocratici veneziani possedere una Villa Veneta e “smaniare” per la villeggiatura era una moda, avvalersi dei servigi del tal artista o del talaltro architetto un trend da cavalcare.
Infatti, era, senz’altro, preferibile lasciare i colleghi nobili senza parole (non importa se a causa dello stupore o dell’invidia suscitata), piuttosto che alimentare malelingue dovute al non essere al passo con i tempi e, sulla scia di questa competizione, combattuta a colpi di eleganza, fascino e bellezza, hanno trasformato le loro dimore in veri e propri capolavori – cosa per cui meritano la nostra infinita riconoscenza.
A Vicenza, patria del gioiello e punto di riferimento per l’arte e la produzione orafa in Europa, questo connubio tra fascino e fashion raggiunge i suoi più alti vertici e consigliandovi un piccolo itinerario di due giorni vorremmo introdurvi allo charme e ai misteri che contraddistinguono le Ville Venete di questo territorio.
Vi proponiamo un primo giorno (che potrebbe trasformarsi in una mezza giornata) soft, accogliendovi nella quiete dei Colli Berici, quinta esclusiva di Villa di Montruglio, una dimora risalente alla fine del ‘600 di proprietà della famiglia Camerini, che vanta, insieme, il titolo di Conti e quello di Duchi. Il corpo centrale della Villa è perfettamente conservato e ogni dettaglio richiama agli antichi fasti rinascimentali, mentre il paesaggio circostante (fatto di dolci colline, boschi e vigne) sembra congelarla in un’epoca senza tempo. Tra le stanze decorate della Villa o della suggestiva barchessa potrete degustare il vino qui prodotto, accompagnandolo con tipicità locali, mentre nel parco circostanze avrete l’opportunità di passeggiare in compagnia di eleganti rapaci e di vederli volare nel loro habitat naturale.
Dopo il pomeriggio trascorso in questo luogo d’incanto arriva il tempo del riposo.
Vi sposterete ai piedi del Monte Grappa, a Villa Stecchini, dimora dei Conti Stecchini che, ancora oggi, chiamano ‘casa’ queste mura. Soggiornerete in suites raffinate e confortevoli e potrete curiosare tra saloni nobili adorni di arredi originali, dipinti della scuola dei Da Ponte, sculture canoviane e, se farete attenzione, potrete ammirare l’unico ritratto esistente di Gemma Donati, moglie di Dante Alighieri. Cenerete nella locanda della Villa dove vi verrà servito l’ottimo vino custodito nella cantina storica e, prima di coricarvi, potrete concedervi una passeggiata nel parco, dove, avvolti dalla magia della sera, guarderete la Colombaia, la Serra e la Cappella proprio come un tempo facevano i nobili veneziani.
Dopo un risveglio immerso nel silenzio, avvolto nella calma e nel benessere, questo breve viaggio proseguirà verso un maniero del XV secolo. Al Castello di Thiene verrete accolti dalla famiglia dei Conti di Thiene, che si prende cura della dimora da generazioni, preservandola e facendone rivivere il glorioso passato attraverso eventi esclusivi e originali. Vi è la possibilità di pernottare tra queste pareti, tanto austere quanto eleganti, ma, per oggi, abbiamo in programma una visita con la proprietaria che, per voi, aprirà le porte dei saloni, della scuderia e della cappella gentilizia rivelandovi i segreti che qui sono gelosamente custoditi.
Mentre cercate di recuperare fiato e parole, sopraffatti da quanto appena visto, vi consigliamo di rimettervi in macchina. L’ora di pranzo si avvicina e crediamo che Villa Godi Malinverni sarà capace di zittire quel languorino che iniziate a sentire. Siete indecisi se si tratti di fame di arte e sapere o di buon cibo? Non vi preoccupate: la prossima dimora vi soddisferà sotto entrambi i punti di vista.
Patrimonio dell'Umanità UNESCO sin dal 1996, questa è stata la prima villa realizzata da Andrea Palladio. Per lei, l’architetto ha progettato spazi ampi e luminosi e sfarzosi saloni, ancora arredati con il mobilio originale (risalente al ‘600 e al ‘700) e decorati con affreschi di Gualtiero Padovano, Giovanni Battista Zelotti e Battista del Moro, tra cui si nasconde anche un ritratto dello stesso Palladio. All’interno del suo parco romantico sorge un rinomato ristornate, “Il Torchio Antico”, dove potrete rifocillarvi in vista dell’ultima visita pomeridiana.
Appagate curiosità e le papille gustative, è arrivato il momento di spostarsi verso la dimora che concluderà questo breve tour.
Vi avvicinerete sempre di più al centro di Vicenza, fermandovi, però, a qualche svolta e una salita prima.
Arroccata sul Colle di San Bastian e affacciata sulla Valletta del silenzio, vi attende Villa Valmarana ai Nani. Varcate le mura, su cui capeggiano le 17 statue dei nani che danno il nome a quello luogo, potrete dirigervi verso il corpo centrale dove, superata una breve scalinata, sarete soggiogati dalla meraviglia. La Villa, infatti, è interamente affrescata e i cicli pittorici portano la firma di due tra le mani più autorevoli del ‘700 : Giambattista e Giandomenico Tiepolo. Muovendovi tra le stanze troverete foto e ricordi di famiglia, monito del fatto che questa Villa – come tutte le sue sorelle – è una casa viva e vissuta.
Potrete proseguire la visita nel parco circostante e nelle stanze della foresteria, dove è esposta una mostra d’abiti d’epoca, per, poi, concludere la vostra permanenza rifocillandovi nel Bistrot interno.
Ora che siete arrivati alla fine di questo viaggio, diteci se nei panni dei nobili veneziani sareste stati in grado di alimentare malelingue attorno a questi luoghi, davanti ai quali non avvertire i sintomi della sindrome di Stendhal è quasi peccato mortale.
Le parole non sembrano mai sufficienti per raccontarli e mai troppo accurate nel descriverli. Forse è per questo che molte Ville Venete vengono scelte come location per film: per lasciare che la loro vista e le suggestioni che alimenta diano voce e significato a qualcosa che la voce umana pare non riuscire a esprimere.
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