All’interno delle sale di Villa Foscarini Rossi c’è un affresco, opera dell'artista Pietro Liberi, che racconta una storia di amore e tradimenti.
Pietro Liberi era un veneziano dal bell’aspetto, che riscuoteva molto successo tra le dame del suo tempo. Dipingendo l’opera di Villa Foscarini Rossi, Liberi iniziò un'appassionata storia d’amore con Chiara Foscarini, moglie del nobile veneziano Dandolo.
Ma una sera d'estate, nel cuore della notte, i due amanti sentirono lo stridore delle ruote sulla ghiaia del vialetto d'ingresso e capirono così che il marito era rientrato prima del previsto. L’amante riuscì a scappare mentre il Dandolo, entrato nella camera, comprese subito che qualcosa di strano era accaduto. Lei negò tutto, ma il marito si insospettì e proprio del pittore, che si trovava nella Villa per realizzare l’affresco che oggi possiamo ammirare. Dandolo intimò Liberi di andarsene, ma lo sfacciato amante riuscì, grazie alla complicità di un custode che aveva intascato una bella somma, a convincere l'uomo che per due giorni si era trattenuto a Venezia da una vecchia zia e che era rientrato a Stra soltanto da poco.
La versione del custode convinse l'uomo e con questa bugia il pittore riuscì a ultimare l'affresco, ricevere il compenso e infine andarsene. Un giorno giunse in villa un amico del Dandolo, il quale, osservando la bella donna raffigurata sulla parete a ovest, gli fece i complimenti perché il ritratto della donna era fedele al viso della moglie. Il Dandolo, osservando attentamente l'affresco, si rese conto che non solo il volto, ma anche tutto il resto assomigliava alla moglie, comprese le scene in cui Chiara Foscarini era raffigurata nuda. L'epilogo venne così riportato dalle cronache del tempo: “La vestì in bocassin” (una specie di corto accappatoio stretto ai fianchi, che veniva fatto indossare alle donne d'infimo ordine), “la condusse in barca a' suoi fratelli e zio Foscarini, e gliela consegnò dicendo che gli restituiva la baldracca per non volersi imbrattar le mani di sangue”*.
*Molmenti, Storia di Venezia nella vita privata, op. cit., vol.III, Il decadimento, pag. 124.